Fotografia, un termine di per sé poetico, arriva dal greco phos che significa luce e graphé che significa scrivere.
Quindi fotografia significa scrivere con la luce.

I poeti scrivono con l’inchiostro sulla carta, i pittori scrivono con le tempere sulle tele, i fotografi scrivono con la luce sulla pellicola.
I fotografi sono artisti e come artisti fanno della fotografia la propria arte, raccontano il mondo attraverso i propri occhi attingendo alla realtà che li circonda.

I fotografi sanno aspettare, perché “vedono” la fotografia che cercano ancora prima che accada.

I fotografi aspettano.

L’attesa.

I fotografi osservano, i fotografi si guardano sempre attorno per cogliere degli spunti, si guardano attorno perché se osservi c’è sempre la possibilità di una fotografia.

Un fotografo viaggia sempre, questo non vuol dire che è sempre su un treno o su un’aereo per qualche destinazione esotica, il fotografo viaggia anche sotto casa, passeggiando sotto casa. Per fare una buona fotografia non bisogna andare in capo al mondo, la si può fare anche dalla finestra della propria casa, basta saper osservare ed attendere.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. (Marcel Proust)

Molta gente è attratta dalle fotografie fatte in posti lontani, spesso queste ci attraggono perché ci mostrano posti esotici, distanti dalla nostra realtà e allora ci incuriosiscono, le scrutiamo per la loro diversità.

Vi siete mai soffermati ad osservare una fotografia di un paesaggio che conoscete? Magari potreste scoprirne un nuovo dettaglio.

Oppure il ritratto di una persona che conoscete bene, provate a guardare quella foto, a guardarla davvero, potrete scoprire cose a cui non avete magari mai dato peso.

Ecco cosa fanno i fotografi. I fotografi raccontano una realtà, la loro realtà più profonda, esagerata, introversa, chiassosa, banale, ideale, sconvolgente, introspettiva, superficiale, ottusa, reale realtà. Un’interpretazione, una linea diretta col cuore come diceva Henri-Cartier Bresson:

Fare una fotografia vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore. É un modo di vivere.

É davvero un modo di vivere, se sei fotografo non puoi smettere di esserlo, non puoi svegliarti una mattina e smettere di osservare il mondo come hai sempre fatto.

A me piace quella sensazione, non potrei farne a meno, lo sento quando il momento perfetto è in arrivo. Mi piace guardarmi attorno. Quando fotografo vivo spesso quella sensazione in cui “vedo” la fotografia e allora aspetto il momento giusto per scattare. É una vibrazione che parte da dentro e arriva all’indice della mano destra.

Una vibrante attesa.

Il pulsante viene premuto ancora prima che l’occhio realizzi che è il momento.

É questo che fa il fotografo.

Vede quello che ancora non è successo ed è lì pronto a testimoniarlo.