Oggi quando parliamo di ritratto pensiamo subito al ritratto fotografico.

Ma quando è nato il desiderio di farsi ritrarre o comunque la pratica di ritrarre le persone in un quadro?
Per rispondere a questa domanda bisogna andare parecchio indietro nel tempo.

Il primo ritratto, cioè la prima raffigurazione umana decisamente somigliante ad una persona fisica riguarda il faraone Akhenaton. Siamo quindi in Egitto nel XIV secolo a.c.
In quel periodo vengono anche realizzati i famosi ritratti di Nefertiti, sua moglie, la cui riproduzione più famosa è il così detto busto di Nefertiti.

Per quanto rigurada i ritratti dipinti la maggior parte di quelli pervenuti fino a noi sono dipinti funebri, sempre in Egitto, che vanno dal II al IV secolo.

Nel medioevo la maggior parte dei primi ritratti erano quelli dei donatori, cioè di chi commissionava e pagava l’opera, che venivano inseriti in un dipinto più grande a carattere religioso, solitamente posizionati in ginocchio a lato dell’opera.

Fu nel Rinascimento la svolta, diminuendo l’interesse per il mondo naturale, i ritratti assunsero un ruolo importante nella società e vennero valutati come raffigurazioni di successo terreno e status.
I primi ritratti di profilo vennero rimpiazzati da rappresentazioni più di volume realistico e prospettiva, convincenti viste complete e di tre quarti. Un famosissimo esempio è la Gioconda di Leonardo.
Oltre a personaggi di rilievo iniziano a diffondersi ritratti di donne. Farsi ritrarre era un modo per sottolineare di appartenere all’alta borghesia, un “mettersi in mostra”. Addirittura nel libro Cromorama, riguardo il ritratto della De Broglie, Falcinelli scrive “che con un po’ di cinismo si potrebbe dire che non è un ritratto ma una natura morta che come nei dipinti raffiguranti ricche tavole imbandite qui un ricco uomo politico mostra ciò che può permettersi, cioè una bella casa, tessuti, gioielli ed una bella moglie”.

Negli anni a venire il ritratto pittorico divenne sempre più una pratica diffusa, subì però un arresto con l’avvento della fotografia fornendo un’alternativa a basso costo, questa soppiantò gran parte del livello più basso dei ritratti.
Furono gli impressionisti a trovare dei modi per reinterpretare il ritratto, creando effetti che la macchina fotografica non poteva catturare.
Con il cubismo questi assunsero forme e rappresentazioni sempre più particolari, basti pensare a Picasso e i suoi famosi dipinti che ritraggono donne.

Così la fotografia soppiantò in gran parte la realizzazione del ritratto pittorico.

Da quando esiste la fotografia, i ritratti sono per noi, quasi sempre, la rappresentazione psicologica del soggetto.