Memoria e ricordo sono correlati tra loro, vediamo la definizione di memoria: “con memoria si intende la capacità di un individuo di conservare tracce della propria esperienza precedente, servendosene per relazionarsi con la realtà esterna e in vista di eventi futuri; essa si esprime attraverso il ricordo.”
Noi usiamo spesso la parola “ricordare”, così come spesso è incipit dei racconti dei nonni o dei genitori.
Personalmente collego il ricordo generalmente a qualcosa di particolare, di intenso e di bello, qualcosa da cui ho tratto un insegnamento, qualcosa che in quel momento storico mi ha reso felice. Di contro i ricordi molto meno belli che però hanno contribuito insieme a quelli positivi a rendermi la persona che sono, tutto il pacchetto, difetti e pregi.
Oltre alla memoria legata alla nostra sfera personale vi è la memoria legata al mondo. La storia della civiltà è arrivata fino a noi grazie al testo scritto.
In merito a questo vorrei citare un testo che mi ha fatto sorridere. Siamo nel 370 a.c. , dialogo tra Fedro e Socrate, dove Socrate affronta la questione della scrittura e del suo rapporto con la memoria: il testo scritto aiuta a ricordare oppure è una prigione che limita le argomentazioni dell’autore?
“Una cosa è la potenza creatrice di arti nuove, altra cosa è giudicare quel grado di danno e di utilità esse posseggano per coloro che le useranno. E così ora tu, per benevolenza verso l’alfabeto di cui sei inventore, hai esposto il contrario del suo vero effetto. Perché esso ingegnerà oblio nelle anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitarsi la memoria perché fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non più dall’interno di sé stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei; ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria ma per richiamare alla mente.”
Questa è forse la prima visione nei confronti della scrittura, noi oggi sappiamo che l’alfabeto fu un’invenzione notevole che ha permesso la conservazione della storia del mondo.
Prendiamo in esempio il periodo storico che stiamo vivendo, la pandemia mondiale, la stiamo vivendo sulla nostra pelle, ne siamo protagonisti e ne parliamo in continuazione, il virus è spesso il protagonista dei nostri racconti che essi siano riguardanti la situazione generale o di come la stiamo vivendo, di come stiamo fisicamente ed emotivamente.
I ragazzi del futuro troveranno questi tempi sui libri di scuola, oltre al nostro tramandare verbale, ci saranno testi scritti.
Così come i testi scritti conservano la storia del mondo le fotografie conservano la nostra storia.
Gli album di famiglia sono pieni di fotografie, tramite le quali “ricordiamo” qualcosa dei nostri primi anni di vita in maniera più dettagliata.
Si dice che i ricordi di un adulto inizino dai 3/4 anni di vita.
Avrete sicuramente passato dei pomeriggi a riguardare vecchie foto, soffermandovi su alcune e ricordando gli aneddoti legati a quelle foto, con il classico “ehi, qui era quando… ti ricordi?”
Le fotografie sono il nostro bagaglio culturale personale.